martedì 30 maggio 2017

Francesco Acerbi: «Sconfitto per due volte il tumore»

“Difensore in campo e attaccante nella vita”. 

Così ama definirsi Francesco Acerbi, 28 anni, attualmente in forza al Sassuolo. 
Che se i gol solitamente li realizza in campo, è nella vita che ha messo a segno la rete decisiva. Vincendo il cancro.

«Era il luglio del 2013 quando mi è stato diagnosticato un tumore al testicolo sinistro: a rivelarlo sono stati i controlli medici di routine fatti prima del ritiro estivo con il Sassuolo. Operato al San Raffaele di Milano, il giorno dopo sono stato dimesso. E a settembre ero già in campo. Ma sono stati mesi duri».

«Il primo pensiero è stato quello di stappare una bottiglia di vino. In realtà ho chiamato la mia ex ragazza. A mia madre l’ho detto solo dopo essere stato operato, a cose fatte. Era morto da poco mio padre, non potevo darle un altro dolore. Il fatto è che ero preoccupato più per la famiglia che per me. Io ero determinato, avevo voglia di farcela, e sapevo che ce l’avrei messa tutta».

«Dopo la gara del 1° dicembre 2013, sono risultato positivo al test antidoping, ho fatto dei controlli e mi è stato diagnosticato di nuovo il tumore, una recidiva. Questa volta mi sono dovuto sottoporre a cicli di chemioterapia. Un’altra botta».

«In realtà in questo caso lo ha saputo mia madre ancora prima che avessi il tempo di dirglielo. Sentendo il notiziario, era stata data la notizia del test antidoping e di tutto il resto. Al telefono le ho detto che non era niente di grave, di stare serena, che poi come fa uno a stare sereno? Ma sono le parole di circostanza che si dicono quando in realtà le parole giuste non ci sono».

«Innanzitutto mi sento di dover ringraziare la mia famiglia, è scontato, e poi i medici, il Sassuolo, i miei compagni di squadra, in realtà tutta Italia. Perché in quei giorni così come quando sono ritornato in campo ho sentito l’affetto di tanta gente, e anche quello aiuta. Ringrazio più in generale lo sport. Se non fossi stato un calciatore professionista non avrei fatto quei controlli di routine. E chissà quando avrei scoperto di avere un tumore».


Nel novembre scorso ha accettato di essere uno dei tre testimonial di “Un Gol per la Ricerca” confermando il suo sostegno all’Airc. Perché ha deciso di impegnarsi in prima linea?
«Perché la prevenzione è fondamentale. E basta davvero poco, un semplice esame del sangue, e se ci sono dei valori sballati fai ulteriori approfondimenti. Io sono stato fortunato perché l’ho scoperto in tempo e prendere in tempo la malattia molto spesso ti salva la vita. E’ questo il messaggio che come testimonial voglio fare arrivare alle persone aderendo anche alla campagna “Arance della Salute”».

BUONA CAUSA
Enrico è un malato oncologico al quale i medici hanno dato poche speranze ma, la sua voglia di vivere lo porta a combattere e convivere giornalmente con la malattia. Ovviamente è fermo con il lavoro da libero professionista dal settembre del 2016, gli hanno riconosciuto l' invalidità del 100/100 con inabilità al lavoro; per la quale percepisce una pensione mensile di 289,80 euro e non ha altri redditi e un ISEE pari a zero.
Non si può negare che è esente dai tichet, quindi non paga nessuna cura oncologica
ma, tutto ciò che usa come integratori per sostenersi e curarsi non sono
considerati e sono a suo carico.
La regione mi consente di viaggiare gratuitamente sui mezzi regionali.
Capirete che i pochi risparmi sono finiti molto in fretta e lo Stato dove è ?
Si è iscritto alle liste speciali per vedere se lo fanno lavorare ma, per il momento nulla.
Ora messo da parte orgoglio si affida al buon cuore di amici che collaborano.
Sta utilizzando il suo blog personale dando informazioni utili a tutti e condividendo

la sua esperienza cercando al tempo stesso un sostentamento.

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ART and VITA PARLOTTANDO (CONVIVERE CON IL TUMORE) to SUN ... all a bit ... the dialogue has no boundaries as information and experiences. ARTE e VITA PARLOTTANDO al SOLE oggi Convivere con il Tumore...di tutto un pò...il dialogo non ha confini come l'informazione e l'esperienze....